Nella seduta di ieri, 27 giugno 2019, ho depositato l’interrogazione parlamentare a risposta scritta n. 4/03190 sulla pericolosa diffusione della cimice marmorata asiatica (Halyomorpha halys), originaria dell’Asia orientale ed attestata in Italia dal 2014.

Infatti, recenti articoli giornalistici, relativi ad un tavolo tematico tenutosi a San Paolo Bel Sito (Napoli) il 30 maggio 2019, hanno evidenziato che l’insetto si è diffuso pure nel territorio altocasertano (areali di Pastorano, Carinola e Teano), attaccando peschi, meli, peri, noccioli, kaki e kiwi.

In particolar modo, nel territorio di Teano, primo comune campano per superficie corilicola, ove si concentra una grossa percentuale della produzione nazionale, la cimice avrebbe già infestato i noccioleti, con un’alta probabilità di riduzione del raccolto per il 2019.

Gli interventi di lotta su scala globale sono, ad oggi, incentrati essenzialmente sull’utilizzo di prodotti chimici, composti da principi attivi a largo spettro.

Tuttavia, è noto che tali trattamenti hanno prodotto un effetto limitato. Difatti, la ricerca si è indirizzata verso metodi di lotta biologica, mediante l’utilizzo di insetti antagonisti naturali non autoctoni (in particolare, l’imenottero Trissolcus japonicus noto pure come “Samurai Wasp”).

A tal proposito, ho chiesto al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e al Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e per il Turismo, quali misure intendano adottare, con tempestività, per limitare il rischio di ulteriore diffusione della cimice asiatica con grave danno alla produzione corilicola nazionale.

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