Stamattina, nella vigilia di Pasqua, ho visitato una realtà agricola molto interessante dell’alto casertano: l’azienda Notaro di Teano, nella quale vengono testate tecniche di coltivazione non solo in vivaio ma anche in pieno campo. Si tratta di una modalità quasi unica in Campania.

Il signor Erasmo ed il figlio Antonio mi hanno sapientemente istruita sul progetto che stanno portando avanti: coltivano varie tipologie di piante autoctone per sperimentare e comprendere come si ambientano al clima campano.

Ho potuto osservare direttamente la fase dell’innesto sulla base di selvatico insieme ai due operatori che, con maestria e precisione chirurgica, eseguivano varie tecniche come quella a “triangolo” o a “spacco”, a seconda della grandezza della base di fusto.

Il programma fa parte di una sperimentazione più ampia che coinvolge anche altri produttori campani di frutta in guscio, che stanno impiantando diverse varietà genetiche, finora assenti in queste zone.

Tutte le diverse fasi sono coordinate da un gruppo di agronomi, tra cui il dott. Giampaolo Rubinaccio, che avranno anche il compito di valutare se queste nuove ‘cultivar’ possano rappresentare delle valide alternative, anche sotto l’aspetto economico, alle varietà classiche storicamente coltivate nell’areale.

Anche sotto l’aspetto ambientale l’attenzione è molto alta: infatti, vengono usati teli pacciamanti totalmente biodegradabili, fertirrigazioni bio e nastri ecologici al 100%.

In un momento storico in cui si si discute – insistentemente – di transizione ecologica, realtà come questa possono rappresentare l’inizio di una sfida ambientale di cui anche l’agricoltura può essere promotrice.

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