Nel mio precedente articolo del 2 marzo, in relazione all’inizio dei lavori per la costruzione della centrale termoelettrica a ciclo combinato nel territorio del Comune di Presenzano, avevo pubblicato le copie dei pareri espressi dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio – Servizio V – e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Caserta e Benevento, relativi alle prescrizioni previste dai menzionati organi di tutela in fase autorizzativa.

Avevo anche riferito dell’invio di una mia richiesta alla suddetta Soprintendenza nella quale avevo chiesto informazioni sull’effettiva presenza in situ di archeologi già al momento dell’apertura del cantiere e su tutte le azioni di archeologia preventiva contestualmente poste in essere.

Stamattina, ho ricevuto la nota di risposta prot. MIBACT_SABAP-CE|11/03/2020|0003735-P con la quale, sostanzialmente, l’Ente periferico di tutela del patrimonio culturale e paesaggistico mi informa di quanto segue:

«A far data dal giorno 29 gennaio 2020, la Società Geomed Srl, il cui curriculum è stato trasmesso a questa Soprintendenza per le valutazioni di propria competenza, ha avviato, su incarico della Società appaltatrice dei lavori, in corrispondenza dell’area interessata dall’intervento in oggetto, una campagna di indagini geofisiche mediante tecnologia geoelettrica e georadar, preliminare alla fase di pianificazione dei saggi archeologici preventivi da eseguirsi nell’area di sedime della centrale termoelettrica. Nel contempo, la stessa Società Geomed Srl ha effettuato la lettura geo-archeologica dei terreni estratti dai 24 carotaggi eseguiti per finalità geologiche/geotecniche sull’area interessata dalla costruzione dell’impianto in oggetto e ha condotto una ricognizione speditiva di tutti i fori di indagine relativi alle attività di Bonifica Bellica sistematica terrestre presenti in situ.

Si specifica, inoltre, che la già citata Società Geomed Srl, su incarico della Società appaltatrice dei lavori, effettuerà scavi archeologici preventivi, di dimensioni 5×5 metri e 10×25 metri, sull’intera area di sedime della centrale a farsi e in corrispondenza di ogni altra opera accessoria, in ottemperanza alle prescrizioni di cui alla nota prot. n. 0005171 del 29/03/2018 emessa dallo Scrivente Istituto. Questa Soprintendenza, ha, in aggiunta prescritto, con nota prot.0002943-P del 25/02/2020, in riferimento agli interventi previsti all’interno dell’area di cantierizzazione, l’esecuzione di un saggio archeologico preventivo in corrispondenza dell’area interessata dalla realizzazione della vasca di decantazione dell’impianto fognario; ha, altresì, richiesto l’assistenza archeologica scientifica in corso d’opera per tutti gli interventi di scavo e/o movimento terra con particolare riferimento alla realizzazione delle reti elettriche ed interrate a servizio della sopra menzionata area di cantierizzazione.

In merito, poi, alle ulteriori precisazioni e specifiche operative contenute all’interno della nota 9062 del 29/03/2019 (è 2018, ndA) emessa dal Servizio II – Scavi e tutela del patrimonio Archeologico della Direzione Generale Archeologia Belle arti e Paesaggio e della nota 9369 del 410412018 emessa dal Servizio V – Tutela del Paesaggio della Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, si precisa che la Scrivente, quale Ente preposto alla salvaguardia e alla tutela del patrimonio archeologico, storico, artistico, architettonico e paesaggistico, nell’ambito del territorio di competenza, vigilerà sul corretto svolgimento e garantirà la piena applicazione di tutte le procedure relative al procedimento di verifica preventiva dell’interesse archeologico, di cui all’art. 28, comma 4, del D. Lgs.42/2004 e ss.mm.ii. e di cui all’art. 25 del D. Lgs 50/2016, come disciplinato dalla circolare n. 1 del 20/01/2016 del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo».  

Allo stato attuale, quindi, la Soprintendenza attesta che gran parte delle azioni preliminari all’avvio del cantiere sono state correttamente poste in essere, mentre sono ancora da effettuare scavi archeologici preventivi, di dimensioni m. 5×5 e m. 10×25, sull’intera area di sedime della centrale da realizzare ed in corrispondenza di ogni altra opera accessoria.

È utile, ancora una volta, ribadire che qualora dovessero verificarsi ritrovamenti di particolare interesse e/o entità, la stessa Soprintendenza potrà negare l’autorizzazione qualora l’esecuzione dell’impianto sia incompatibile con la conservazione del ritrovamento archeologico: «Nel caso di rinvenimenti archeologici la cui conservazione non dovesse essere compatibile con la realizzazione delle opere previste in progetto, questa Soprintendenza si riserva di negare l’autorizzazione, ovvero richiedere specifiche varianti finalizzate alla tutela delle preesistenze archeologiche». Esiste, tuttavia, la possibilità di richiedere varianti anche sostanziali al progetto, bloccando i lavori fino all’esecuzione di tutte le indagini archeologiche che saranno ritenute opportune, come specificato nel parere endoprocedimentale n. MIBACT-SABAP-CE|PROTOC 0005171|29/03/2018|C.I. 34.19.04/220, redatto dallo stesso Ente.

Al momento, sotto l’aspetto strettamente archeologico, dobbiamo auspicare che si verifichino ritrovamenti di un certo rilievo, al fine di consentire l’applicazione di quanto sopra riportato.

Questi sono i dati effettivi ad oggi. Altre dichiarazioni di presunti “addetti ai lavori” sono, chiaramente, pura propaganda elettorale.

Resta inteso che, per quanto di mia competenza, richiederò continui aggiornamenti informativi alla Soprintendenza sulle indagini archeologiche che saranno effettuate e sugli eventuali provvedimenti che dovranno essere, conseguentemente, adottati.

nota Soprintendenza ABAP CE-BN prot. 3735 del 11/03/2020 p. 1
nota Soprintendenza ABAP CE-BN prot. 3735 del 11/03/2020 p. 2
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