Facendo seguito all’interrogazione a risposta immediata n. 5-04230 indirizzata al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo “Sulla necessità di interventi di salvaguardia del sito paleontologico di Tora e Piccilli in provincia di Caserta”, che ho presentato nel Question time del 25 giugno scorso in VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera, ho inviato alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento la richiesta di una nota dettagliata su eventuali interventi programmati per salvaguardare le orme fossili e per valorizzare adeguatamente il sito.

Di seguito, uni stralcio della risposta che ho ricevuto poche ore fa dalla Soprintendenza (prot. MIBACT | MIBACT_SABAP-CE | 11/08/2020 | 0009179-P | [07.04/16/2019]).

“In riferimento all’oggetto e alla nota acquisita agli atti di questo Ufficio con prot. 0007441 del 01/07/2020, la Scrivente comunica che nel corso del sopralluogo effettuato in data 26 giugno 2020 sono state riscontrate diverse criticità legate alla conservazione e alla valorizzazione del sito delle “Ciampate del Diavolo”. In primo luogo è stato possibile constatare la notevole fragilità del costone tufaceo in cui è ricavato il sentiero che conduce al sito, che durante l’inverno scorso è stato interessato anche da fenomeni franosi che potrebbero ripetersi e causare danni, a ciò si aggiunge il cattivo stato di conservazione dell’intero percorso realizzato con interventi di ingegneria naturalistica che necessitano di manutenzione. Si è riscontrata anche la necessità della manutenere la vegetazione, sviluppatasi lungo il costone tufaceo, che ricade in proprietà private.

L’assenza di interventi manutentivi della vegetazione in un’area che non viene più coltivata aumenta il rischio di frane e smottamenti, in presenza di apparati radicali che determinano un fenomeno progressivo di fessurazione della parete tufacea.

In corrispondenza del sito paleontologico, lungo il ciglio del costone, è stata verificata la presenza di querce che con i loro apparati radicali potrebbero compromettere la stabilità del materiale vulcanico su cui sì leggono le impronte di ominidi, dando luogo a fenomeni di fessurazione. Altro fenomeno che desta notevole preoccupazione è la presenza sempre più diffusa di muschi che potrebbero comportare nel corso del tempo una notevole alterazione delle superfici esposte.

È stata, inoltre, rilevata la necessità di provvedere a ripristinare la recinzione del sito, in alcuni punti danneggiata e a interdire il libero accesso con la realizzazione di un cancello, onde evitare azioni di danneggiamento del sito e di favorire l’accesso in presenza di personale formato e qualificato che possa regolamentare le modalità dì accesso e di visita. È stata anche valutata la possibilità di utilizzare delle telecamere di videsorveglianza e/o foto-trappola che possano costituire dei deterrenti ai tentativi di introdursi nell’area recintata

A seguito del sopralluogo, in data 16 luglio c.a. presso gli Uffici della Soprintendenza si è svolto un incontro in presenza del Sindaco e del Vicesindaco di Tora e Piccilli, del Presidente del Parco del Roccamonfina e dei funzionari di questa Soprintendenza competenti per territorio.

Nel corso dell’incontro è emersa la disponibilità del Comune e del Parco ad effettuare interventi di messa in sicurezza del sentiero che conduce al sito paleontologico nella frazione Foresta con una manutenzione straordinaria e con la reintegrazione degli apprestamenti di ingegneria naturalistica esistenti e, se necessario, a predisporre ulteriori apprestamenti, di intervenire con il taglio delle piante di quercia lungo il ciglio del costone e di provvedere alla risoluzione delle problematiche legate alla presenza di muschi che rischiano di danneggiare le impronte. A tale scopo questa Soprintendenza ha richiesto la consulenza di un botanico che possa fornire indicazioni specifiche circa gli interventi puntuali da effettuare, in considerazione della notevole fragilità del sito. Tale richiesta ha trovato riscontro positivo sia da parte del Parco che del Comune.

È stato anche analizzato il protocollo d’intesa messo a punto prima dell’emergenza sanitaria con l’intento di formalizzarlo nel più breve tempo possibile, non oltre il mese di Settembre, onde consentire un monitoraggio costante de sito, istituendo una collaborazione di questo Ufficio, preposto alla tutela e degli altri enti presenti sul territorio. L’attività di monitoraggio, ovviamente, non può prescindere dalla collaborazione delle Istituzioni Scientifiche che da tempo si occupano dello studio del sito e che possono fornire un importante contributo per la realizzazione di metodologie che, attraverso la conoscenza, consentano la conservazione, la fruizione e la valorizzazione del sito, tenendo conto della sua notevole fragilità. In ogni caso è stata definita la priorità e la necessità di provvedere nell’immediato agli interventi valutati urgenti già nel corso del sopralluogo.”

La Soprintendenza, quindi, intenderebbe effettuare interventi di salvaguardia e tutela della paleosuperficie, con la rimozione della vegetazione aggettante e dei muschi, avvalendosi della consulenza di un botanico, a seguito della dichiarazione di disponibilità da parte dei due Enti menzionati a finanziare interventi di messa in sicurezza del sentiero che conduce al sito paleontologico e di pulizia del ciglio del costone tufaceo.

Inoltre, ha preso l’impegno di formalizzare entro il prossimo mese di settembre il protocollo d’intesa tra Enti territoriali ed Istituzioni scientifiche, il cui iter è stato avviato più di un anno fa.

Nella speranza che tali interventi possano essere attuati quanto prima, nei prossimi giorni, ho intenzione di trasmettere, comunque, questa nota direttamente al Ministro Franceschini e alla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per chiedere un intervento specifico, immediato – e non più procrastinabile – per la conservazione di questo bene d’importanza planetaria!   

 

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